Nel precedente articolo abbiamo raccontato la storia di un bel paio di scarpe, ricordate? Se volete potete rileggere la prima parte della storia cliccando qui.
La domanda che vi poniamo adesso è:
vi passerebbe per la testa che, usciti dal negozio di scarpe incazzati come delle bisce, il negoziante al quale avete vomitato addosso ogni tipo di improperio, abbia immediatamente chiamato tutti gli altri negozi di scarpe della città, raccontando che voi siete dei rovina scarpe, dei rompipalle assurdi e scoraggiandoli dal vendervi un altro paio di scarpe?
Facciamo altri esempi?
Abbiamo fatto l’esempio su un paio di scarpe ma avremmo potuto inventarne uno identico anche con l’ultimo modello di smartphone, un gioiello, un lavoro di ristrutturazione mal eseguito.
Per tutti questi esempi l’epilogo della storia sarebbe stato lo stesso; anche in quei casi verosimilmente avreste coinvolto un avvocato e poi avreste aspettato il sacrosanto risarcimento; anche in quei casi vi avremmo posto la domanda qui sopra.
Beh, vi sveleremo un segreto: avremmo potuto inventarci lo stesso esempio anche immaginando l’acquisto di un mutuo, un finanziamento, un leasing, un fido in conto corrente ecc. qualsiasi tipo di debito verso una banca o istituto di credito.
Solo che in questo caso, inspiegabilmente, le opinioni nella vostra mente probabilmente stanno cambiando e siete quasi pronti ad obiettare:
«Eh no, non è la stessa cosa!!!».
Ed avete ragione: non lo è.
E’ peggio.
E’ peggio perchè verosimilmente si tratta di molti più soldi e, soprattutto, perché si è convinti che le banche non possano sbagliare, siano sotto occhi vigili e attenti che gli impediscano errori (anche se i recenti fatti di cronaca, di salvataggi e denaro pubblico destinato a coprire scelte manageriali scellerate ci dicono il contrario), che sia impossibile ottenere qualche risultato, che una contestazione comporti la chiusura dell’accesso al credito o la richiesta di rientro immediato dei debiti e molte altre fantasiose teorie più o meno complottistiche o apocalittiche.
Vi sveleremo un altro segreto: non è così.
E ve ne sveleremo un altro ancora: le banche sono dei fornitori. Già, proprio così: fornitori come il negozio di scarpe dell’esempio o qualunque altra azienda, semplicemente sono fornitori di denaro. Le carte che firmate sono contratti, scritture private tra le parti, proprio come in tutti gli altri casi.
Contestare un fornitore, se ci sono le ragioni per farlo, è legittimo, doveroso, possibile e non comporta rischi.
Gli istituti di credito, ribadiamo, sono vostri fornitori… di denaro. Cambia solo l’oggetto della prestazione, cosa che poi aggiunge alcune peculiarità, certamente, ma non cambiano nella sostanza diritti e doveri.
Invece si tende a considerare la banca come una sorta di istituzione statale (sono società private), un socio occulto della nostra azienda, un pachiderma contro il quale è impossibile scontrarsi e vincere, una macchina infernale che ci riempirà di scartoffie fino a farci desistere ecc. ecc. ecc. Eppure tutti parliamo male delle banche, tutti siamo convinti di pagare troppo, tutti sappiamo “che una volta il direttore contava qualcosa e adesso siamo solo numeri”, insomma tutti ci lamentiamo di loro ma guai a dirlo ad alta voce.
“Il sapere rende liberi, è l’ignoranza che ci rende prigionieri” (Socrate)
Circa 400 anni prima di Cristo il padre della filosofia moderna, Socrate, ci lasciava questa tragica ammonizione. L’ulteriore tragicità sta nel fatto che dopo circa 2.400 anni questa sentenza sia ancora di un’attualità spaventosa.
Così nei rapporti con gli istituti di credito viviamo ancora di paura, siamo in qualche modo prigionieri (dei luoghi comuni, delle nostre paure ecc.). Le banche, dal canto loro, al di là di operazioni di marketing che dichiarano trasparenza (i famosi “patti chiari”, le campagne pubblicitarie orientate al cliente e alla semplicità, le banche che girano in tondo a noi ecc.), non fanno altro che alimentare la nostra confusione: i loro documenti sono spesso incomprensibili, voluminosi, pieni di riferimenti a leggi e codici di cui non possiamo conoscere la corretta interpretazione.
Il risultato è che spesso firmiamo senza sapere, raramente mettiamo in concorrenza tra di loro diversi fornitori (ops, banche!) e spesso solo per gli aspetti più noti (salvo poi non considerare altre voci e quello che si risparmia da una parte rientra in altri balzelli), non ci si permetta di mettere in discussione i termini degli accordi.
Non so voi ma noi, spesso (sempre), quando proponiamo un contratto ad un cliente, ci sentiamo rispondere: «Lo leggo con calma, magari lo faccio leggere al mio avvocato (o commercialista o consulente) e poi ci rivediamo»: perché con i contratti bancari accade invece di rado, o, peggio ancora, si firma solo una copia del contratto (la famosa “copia per lettura”)???
Cosa fare allora?
Informarsi ovviamente, chiedere a professionisti come Nexure Consulting cosa sia possibile fare nel vostro caso.
Svolgere analisi preliminari che vi chiariscano se “il gioco vale la candela” in modo da non perdere tempo, pagare dei professionisti per poi ottenere poco o nulla. E’ possibile farlo, spesso gratuitamente o con pochi spiccioli (noi lo facciamo).
La buona notizia è che contestare un rapporto bancario è possibile, sicuro, non comporta alcun rischio e spesso e volentieri permette di incassare molti soldi e/o trovarsi con rate (o interessi) molto più leggere.
La seconda buona notizia è che è possibile contestare anche rapporti bancari già estinti, anche con banche con cui non avete più nulla a che fare. Se quindi, alla fine di questo articolo, ancora non vi fidate di noi e le vostre paure vi impediscono di andare oltre, sappiate che è possibile ottenere risarcimenti importanti anche con mutui, finanziamenti, conti correnti, prestiti… che avete già estinto, purchè non li abbiate estinti più di 10 anni fa.
E quindi cosa può fare la banca se faccio contestare il mio mutuo, finanziamento, leasing, prestito, fido ecc.?
La risposta è semplice: rispondervi.
Verosimilmente in prima istanza negherà ogni contestazione, per questo è bene affidarsi a professionisti affidabili che siano sicuri delle contestazioni che avanzano e che possano argomentarle adeguatamente e “tenere il punto”.
⇒ La prima analisi è fondamentale: occorre verificare se ci sono i presupposti per una contestazione dal punto di vista legale e tecnico e poi quantificarli.
In questo momento, durante l’analisi di un rapporto di debito con banche ed istituti di credito, non può esserci alcun rischio perchè la banca non viene nemmeno coinvolta, non può interferire (salvo casi particolari: una volta, un nostro cliente, dopo averci affidato le analisi ha pensato bene di andare nella sua filiale a prendere in giro il funzionario di turno: «Adesso vi faccio un _ _ _ _ così!», ma normalmente le persone di buon senso non lo fanno più, e dopo quella volta noi ci preoccupiamo di chiedere preventivamente di non farlo) .
Socrate probabilmente vi direbbe che, a prescindere dalla contestazione successiva, converrebbe conoscere lo stato dei vostri rapporti. Non credete?
Occorre analizzare i rapporti bancari con lo spirito di chi deve affrontare un giudice ed una causa domani mattina: esistono le motivazioni giuridiche per contestare? Allora si devono quantificare e l’importo emerso deve valere un’azione extragiudiziale, eventualmente anche giudiziale considerando i compensi dei professionisti coinvolti. Per poter contestare con successo un istituto di credito, infatti, non solo devono presenti vizi, illeciti, indebiti, reati… devono valere almeno 30.000 euro (non ci vuole molto a raggiungere una cifra di questo genere), diversamente “il gioco non varrà mai la candela”.
Ancora una volta “il sapere rende liberi”.
Se vengono seguiti questi due semplici criteri (presenza di illeciti dal punto di vista legale e importi degni di nota) allora è verosimile che si possa anche ambire ad un buon esito extragiudiziale della controversia. Certo, rispetto alla prima quantificazione degli illeciti non si otterrà un rimborso totale, ma i tempi saranno ristretti e non si correrà il rischio di incorrere in lunghe cause civili con tutte le incertezze che questi procedimenti portano seco. Non è detto che succeda, ma può succedere e succede spesso. Sembra un paradosso ma è così: se vogliamo chiudere stragiudizialmente dobbiamo comportarci come se andassimo in causa da un momento all’altro. “Si vis pacem para bellum” sentenziava Vegezio.
La legge 96/2017 poi, impone una trattativa stragiudiziale preventiva che spesso si rileva risolutoria perché la banca viene resa edotta delle ragioni poste alla base delle contestazioni e può decidere di conciliare.
Ma davvero la banca non può reagire e crearmi un danno?
La banca può reagire, certamente, ogni leone ferito lo farebbe.
Spesso le banche si comportano da bulli: minacciano, sbraitano (avete presente due cani che si mostrano i denti quando sono al guinzaglio o dietro una recinzione?), ipotizzano scenari apocalittici… ma poi non fanno mai nulla (i cani dell’esempio di prima, una volta slegati, il più delle volte finiscono per annusarsi, brontolare e magari anche giocare insieme).
Per cui ci capita che ai nostri clienti arrivino delle telefonate del tipo:
«Ci è arrivata la contestazione, sa che le chiederemo il rientro immediato, vero?»
ed insegniamo ai clienti di rispondere:
«Mi fa un favore? Mi manda una bella PEC con quello che dice?”
La PEC ovviamente non arriva mai e nemmeno una e-mail normale, una lettera, un piccione viaggiatore.
Qualora arrivasse si configurerebbe il reato di estorsione (un vile ricatto).
Se è vero che la banca possa reagire, che però possa anche creare un danno è tutto da vedere e dipende dalla serietà dei consulenti e dei legali che seguono la contestazione.
Se, come abbiamo visto poco sopra la contestazione “vale la pena”, la banca potrà solo limitarsi ad una segnalazione in centrale rischi a “credito contestato”. Potrebbe ma non è detto che lo faccia: è discrezione (del direttore di filiale il più delle volte, che spesso ha un rapporto personale con chi contesta e che quindi non si prende una responsabilità tale) e, per nostra esperienza diretta, capita raramente. In sostanza viene detto agli operatori del credito (sì, anche le altre banche) che quel determinato credito (mutuo, finanziamento ecc. ecc.) è contestato. Non è di per sè un’informazione negativa, anzi. Ad esempio potrebbe essere contestato perché inesistente, per cui il cliente avrebbe “spazio” per nuove linee di credito.
In ogni caso, poi, quel tipo di segnalazione non pregiudica l’accesso al credito (tratteremo le segnalazioni in centrale rischi in un post nelle prossime settimane e ne capirete di più, seguiteci).
Non solo: la segnalazione “a credito contestato”, secondo la recente giurisprudenza, preclude alla banca la possibilità di una segnalazione “a sofferenza”. Questa segnalazione in centrale rischi, la più temuta, quella “a sofferenza” appunto, che genera poi i vari status di cattivo pagatore ecc. e preclude l’accesso al credito, anche secondo la più recente giurisprudenza, deve fondarsi su uno stato di grave insolvenza, perdurante e deve essere riscontrato.
In tutto questo districarsi di possibilità e rischi occorre considerare questo: se vi siete affidati ad un consulente serio, prima di contestare qualcosa, quel consulente avrà valutato sicuramente la vostra posizione presso le Centrale Rischi e adottato le opportune cautele.
La contestazione deve creare vantaggi per chi contesta, niente altro: perdere di vista questo aspetto vuol dire non saper fare il proprio mestiere.
Sì, forse a pensarci bene un piccolo rischio ci sarebbe: volendo fare i bastardi, in presenza di un fido “a scadenza” (quindi certamente non mutui, finanziamenti, leasing ecc.) la banca potrebbe decidere di non rinnovarlo, ma a che pro? Cosa otterrebbe? Semplicemente inasprire un contenzioso che verosimilmente la porterà ad una condanna, spese accessorie, danni morali e materiali…
La contestazione può essere fatta in tanti modi
In ultimo è il caso di analizzare quali siano i benefici che queste contestazioni portano.
La prima è più immediata è quella di un risarcimento. Siamo certi che nella mente di ognuno di voi, in questo momento, sta comparendo un bell’assegno circolare, magari a 5 zeri, o una cifra importante in accredito su un estratto conto.
Certo è una delle possibilità, ma non l’unica.
Certo se si sta contestando un rapporto già estinto, con un istituto di credito con il quale non si lavora più e con il quale non si intende più lavorare, non c’è grande alternativa ad un rimborso.
Ma se invece si stesse contestando un rapporto in essere? E se quella banca, in fondo, non ci stesse trattando così male? E se volessimo riaprire i rapporti con loro?
A quel punto un consulente serio, con in mano un’analisi accurata, con dei numeri che ne giustifichino l’esistenza, potrebbe aprire un dialogo con l’altra parte e negoziare su diversi fronti (tassi più convenienti, nuove linee di credito ad esempio): le possibilità di successo aumentano e aumentano i vantaggi per chi contesta.
Si potrebbe negoziare, ad esempio, tassi più favorevoli per altri rapporti, ottenere una linea di credito prima non ottenuta, effettuare investimenti ecc. Le frecce nella faretra del consulente aumentano in modo importante.
Aumentano molto di più, poi, se chi contesta è un buon cliente e/o se il rapporto che si sta contestando non ha mai avuto problemi. Nessuna banca vorrebbe perdere un buon cliente, specialmente in momenti storici come questi.
E quindi?
E quindi la risposta alla nostra domanda iniziale è:
“no, nessun negoziante chiamerà mai gli altri negozianti per impedirvi di comprare altre scarpe, né tantomeno vi sputtanerà pubblicamente (più facile che siate voi a farlo con lui) o vi chiederà di pagare quelle scarpe danneggiate il doppio. Farlo vi porterebbe solo benefici e farebbe in modo che il negoziante poco professionale paghi le conseguenze dei suoi comportamenti.”
E’ un po’ più chiaro adesso?
Avete altri dubbi, domande, paure, casi in cui le cose sono andate diversamente?
Scrivetecelo nei commenti oppure prendete il vostro contratto di mutuo, leasing, finanziamento, prestito, fido in conto corrente, anticipo fatture ecc. ecc. ecc., scansionatelo e contattateci: potreste ricevere delle bellissime sorprese!