Ogni giorno spendiamo energie, tempo, entusiasmo a convincere privati e imprenditori che è possibile rivendicare i propri diritti verso banche ed istituti di credito, portando a casa risultati interessanti e senza rischiare di compromettere la propria posizione creditizia.
La crisi che già imperversava la nostra economia si è sommata alla terribile pandemia che ci ha chiuso in casa, ha portato malattia e morte ma anche cassa integrazione, ulteriore crisi di liquidità, cali di fatturato (a volte impietosi) ecc. ecc.
Quando parliamo di “ingiustizie del credito”, di possibili rimborsi, di necessità di rivedere i propri rapporti con banche ed istituti di credito, qualcuno ci crede, molti altri fingono di crederci (ma è evidente che mentre parliamo stiano pensando: «Sì, sì… col xxzzo che lo faccio! Poi chissà cosa mi succede!»), altri apertamente ci rispondono che non si fidano, che è impossibile vincere contro le banche ecc. ecc. ecc. A maggior ragione oggi, durante una crisi senza precedenti, la sfiducia nei nostri confronti, non solo nel momento che stiamo vivendo, è ancora maggiore.
A tal proposito suggeriamo di leggere questi 2 post cliccando qui e qui.
Si sa, però, che l’esempio, il caso reale, fa più di ogni teoria, spiegazione, regola, legge… così vogliamo raccontarvi la storia di un nostro cliente, un’azienda come un’altra, potrebbe essere la vostra (o quella in cui lavorate). Un successo, in tempi rapidi, anche in un momento così difficile.
Come vedete, l’articolo 6 dell’atto finale di questa storia non ci permette di darVi informazioni più dettagliate…
Maledetti estratti conto!
A leggere un estratto conto è capace chiunque: tutti noi sappiamo quanto abbiamo incassato e quanto abbiamo speso. Eppure quanto risulta sul nostro conto corrente non è mai quella che conosciamo noi. E non lo è mai al rialzo!
Proviamo così a dare un’occhiata a quei “numeri debitori” così strani, magari chiediamo aiuto al nostro commercialista ma… nulla da fare: i conti non tornano mai.
E’ esattamente quello che è successo all’azienda piemontese che si è rivolta a noi ai primi di febbraio, incuriosita dalle notizie che aveva sentito su di noi.
Si è armata di pazienza, ha recuperato tutti gli estratti conto che aveva, altri se li è fatti consegnare con una scusa allo sportello della banca e ci ha fatto analizzare il suo conto corrente.
Si trattava di un conto corrente con un piccolo affidamento, originariamente di 45.000 euro poi ridotto nel corso degli anni a 15.000. Un conto aperto all’inizio degli anni 90 e sempre utilizzato.
Purtroppo la documentazione che è riuscita a recuperare l’azienda non era completa e, di fatto, siamo riusciti ad analizzare solo una decina d’anni.
Il risultato è stato comunque interessante
€ 80.356,70 di illeciti rivendicabili ai sensi di legge (e giurisprudenza corrente)
Cosa fare ora?
La situazione finanziaria e del rapporto verso quell’Istituto di Credito non ci lasciava molta scelta: una sola strategia era la strategia adottabile secondo anche i consigli dell’avv. Angelo D’Andrea, nostro partner.
RECUPERARE PIU’ DENARO POSSIBILE.
Magari, possibilmente evitando le aule dei tribunali (che in periodo di Covid hanno ulteriormente allungato le loro tempistiche).
Il periodo di crisi non permetteva “spese extra” da parte dell’azienda (come per tutti in questo periodo?). Consci di questo momento e anche della situazione analizzata (che ci forniva una ragionevole certezza di conclusione in tempi rapidi) abbiamo concesso una condizione economica particolarmente favorevole per le attività di recupero (sconto e dilazione), affiancata da una percentuale di compensazione tramite il Circuito BexB per noi oltremodo eccezionale in questo tipo di situazioni affinché l’azienda decidesse di proseguire con le attività di recupero.
La nostra lungimiranza è stata premiata.
Abbiamo poi elaborato una accurata perizia econometrica e contattato l’Istituto di credito per avviare una trattativa.
La trattativa è proseguita: abbiamo incontrato manager competenti, disponibili al dialogo, ragionevoli e, anche tramite l’Istituto della Mediazione Civile (ed un mediatore preparato), nel novembre scorso (dopo solo 9 mesi dal primo contatto con l’azienda!!!), abbiamo raggiunto un accordo per
€ 40.000
(oltre ad un contributo sulle spese legali)
a favore dei nostri clienti
Considerazioni finali
Analizzare e rivendicare gli illeciti subiti da banche ed istituti di credito non solo è possibile e sicuro: è doveroso e proficuo!
Ogni azienda che ha o ha chiesto in passato prestiti, fidi, mutui, anticipi fatture… alle banche ha verosimilmente un importo di denaro recuperabile più importante di quanto sia ottenibile oggi da clienti nuovi.
Le analisi bancarie e le attività di rivendicazione non sono l’unico strumento che permette di affrontare questa crisi con prudenza e attenzione: ci sono altri strumenti che ogni imprenditore, oggi più che mai, dovrebbe adottare. Proprio per questo siamo operativi anche nelle consulenze direzionali (controllo di gestione) con analisti e strumenti d’avanguardia a prezzi competitivi.
Il risultato ottenuto dai nostri legali e dai nostri tecnici è ancora più eclatante se si considera non è stato coinvolto nessun giudice e i tempi di recupero sono stati brevissimi;
L’azienda non ha recuperato tutto l’ammontare degli illeciti, solo circa la metà, ma lo ha fatto in tempi brevissimi, senza rischiare un giudizio in tribunale che si sarebbe rivelato sicuramente lungo e magati foriero di sorprese inaspettate.
Le banche e gli istituti di credito non sono il diavolo, né il male peggiore di questo mondo: sono uno strumento necessario ad imprese e privati per vivere (anche se al giorno d’oggi possono essere affiancati anche da altri mezzi). I manager che incontriamo nel nostro lavoro, come quelli incontrati lungo la storia appena raccontata, si dimostrano nella maggior parte dei casi professionisti affidabili, che sanno distinguere le pretese eque e giuste dalle speculazioni, che riconoscono l’importanza delle imprese e la fatica che gli imprenditori fanno ogni giorno. Con dirigenti come loro si possono ottenere rimborsi, rinegoziare condizioni, fare progetti.
C’è però poca cultura in questo senso, la banca non viene considerata un fornitore e ha sempre un’aurea di inattaccabilità dovuta a pregiudizi e ignoranza.
Se sei un imprenditore. Lasciaci analizzare i tuoi rapporti bancari, anche già conclusi, poi deciderai il da farsi e magari, rivendicandoli, potrai recuperare molto denaro. Ti perdi dietro a clienti impossibili, che magari pagano poco e male e non puoi dedicare un po’ del tuo tempo per un’attività di questo genere?
Se non sei un imprenditore ma conosci imprenditori diffondi questo post, questo messaggio, il lavoro nostro e di tanti colleghi onesti e seri.
Se poi hai (o hai sottoscritto in passato) un mutuo, un prestito, un leasing… faccelo guardare: è gratis e non comporta nessun tipo di impegno. Con le analisi in mano deciderai il da farsi.