Come ottenere il contributo a fondo perduto giusto per la tua azienda senza impazzire

Quando vogliamo spiegare velocemente agli imprenditori il ruolo della “cassa” per un’azienda facciamo l’esempio della benzina per un’auto: senza di questa, infatti, nemmeno il bolide più potente può muoversi.
Continuando poi la metafora, dei vari carburanti, i contributi a fondo perduto sono paragonabili alla benzina +, quella che aumenta le prestazioni dei motori e la loro affidabilità.
La ragione crediamo sia evidente: è denaro in entrata che non richiede nessun tipo di “costo” (prestazioni o interessi ecc.)

Eppure per gli imprenditori italiani rappresentano uno strumento ancora poco utilizzato, mentre si continua a prediligere il credito bancario (con le difficoltà annesse e connesse) e l’immissione di capitali propri.

Alla fine del gennaio 2021 risultavano ancora ben 38 miliardi di euro di fondi europei non spesi, a questi si devono aggiungere i fondi di provenienza statale e regionale oltre a quanto recentemente previsto dal P.N.R.R.

Ma se ci sono molti soldi disponibili che nemmeno necessitano di essere restituiti, perché le aziende li utilizzano ancora così poco?

Pdomanda legittimaarliamo tutti i giorni con imprenditori e imprese e le risposte a questa domanda sono sempre solo due:

«E’ un caos! Troppa burocrazia, documenti… non ci si capisce niente»
«Non so quale faccia al caso mio».

Ad onor del vero, non hanno tutti i torti. I contributi a fondo perduto sono tanti, da parte di istituzioni diverse e ottenerli è spesso complicato.

C’è però una ragione: i contributi a fondo perduto, come tutto ciò che viene definito “finanza agevolata”, hanno una destinazione obbligatoria. Non si può ricevere denaro e impiegarlo secondo la necessità “estemporanea” di quel momento: i soldi vanno impiegati per una determinata finalità ed è molto complicato sapere quali siano quelli che occorrono alla nostra impresa, in quel momento, per quel determinato scopo.

Se un imprenditore pensa di poter sfruttare quel denaro come un “borsellino” a suo gusto che non necessita di essere poi risanato, allora è chiaro che troverà i contributi a fondo perduto l’ennesimo schiaffo dato dalla burocrazia all’iniziativa imprenditoriale.
Diversamente, i contributi a fondo perduto (come i crediti di imposta e i finanziamenti agevolati) sono una delle forme migliori di finanziamento migliore per l’impresa. Volendo continuare il paragone con le automobili, non solo un carburante ad alte prestazioni ma anche un vero e proprio “turbo” per accelerare la crescita dell’azienda e sorpassare i propri concorrenti.

E’ possibile sfruttare i contributi a fondo perduto anche per altri scopi?

La risposta è “ni”.
Se li guardiamo in senso stretto infatti no, lo abbiamo appena chiarito, ma allargando la prospettiva gli scenari possono essere diversi.
La buona notizia è questa: probabilmente il “borsellino” di cui abbiamo parlato poco sopra, esiste già: semplicemente è destinato proprio ad acquistare beni e servizi che possono essere acquistati con dei contributi a fondo perduto specifici.

Facciamo un esempio concreto:

RistrutturazioniUn imprenditore agricolo lombardo ci ha contattati con due obiettivi: aumentare la sua liquidità aziendale per poter risanare i debiti dell’azienda; scovare contributi a fondo perduto o finanziamenti agevolati per poterla far crescere.

Purtroppo per lui la sua situazione penalizzava di parecchio il suo accesso al credito “tradizionale”.

Durante la nostra consulenza però abbiamo constatato che aveva già messo a budget un importo per la ristrutturazione delle sua azienda. 
Conoscendo i fondi a disposizione abbiamo scovato un contributo a fondo perduto della Regione Lombardia creato proprio per queste finalità.

L’imprenditore può ora così utilizzare il budget che aveva messo a disposizione per la ristrutturazione per sanare i debiti, utilizzando invece il contributo a fondo perduto per ristrutturare il fabbricato aziendale.

Non solo: questa operazione gli permetterà, nel breve, di migliorare sensibilmente bilancio e accesso al credito “tradizionale”, aggiungendo così ulteriori possibilità di finanziamento e liquidità alla sua impresa.

Contributi a fondo perduto e PNRR

Ottenere crediti di imposta, contributi a fondo perduto o finanziamenti agevolati da Europa, Stato, Regioni non solo è alla portata di tutte le aziende italiane ma è anche un “dovere” di ogni imprenditore e deve essere un’attività sistematica e ricorrente nell’ambito della gestione dell’impresa.

I crediti di imposta che lo stato mette a disposizione a fronte di investimenti di diversa natura sono un incentivo concreto a crescere, uno stimolo all’investimento, alla crescita della tua azienda.
Usufruire dei soldi che l’Europa mette a disposizione delle imprese italiane, poi, vuol dire anche “riscuotere” in qualche modo la tanto odiata parte di tasse e balzelli che versi ogni anno all’Europa e, anche in questo caso, sostenere o far crescere la propria azienda.

PNRR

Nei prossimi mesi arriveranno circa 235 miliardi di euro dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), molti di questi saranno destinati alle imprese (a titolo di esempio: circa il 19% in crediti di imposta e circa 31 miliardi di euro solo per gli investimenti in tema di digitale): sarà indispensabile che tutte le aziende italiane, non solo ne facciano ricorso, ma lo facciano in modo coscienzioso, senza sperperi, investendo e generando ricchezza per l’impresa, per chi vi lavora e aumentando il livello di competitività medio delle aziende italiane verso quelle del resto d
’Europa.

4 semplici passaggi per ottenere i contributi a fondo perduto che fanno al caso tuo

«Mi dice quale contributo a fondo perduto è disponibile per la mia azienda?»
È una delle domande che i nostri consulenti sentono più spesso: impossibile infatti elencarli tutti, rispetto alle varie esigenze di ognuno poi…
Il metodo giusto per individuarli però è semplice ed ha 4 semplici passaggi.

1. «Cosa occorre alla mia azienda»?
Macchinari nuovi? E-commerce? Più personale? Occorrono corsi di formazione, una nuova sede…?
E’ questo il primo passo da compiere, le domande che devi porti, ma per darsi le risposte giuste occorrono uno sguardo disilluso e disinteressato al mercato e un confronto schietto e inesorabile con la realtà che hai creato in tanti anni di sacrifici.
Farlo da solo non è una buona idea.

2. Un piano industriale preciso e ben circostanziato.
E’ il momento di tradurre in azioni, e soprattutto in numeri, precisi le risposte alle domande qui sopra. Soprattutto occorre renderle sostenibili ipotizzando le spese e gli scenari connessi.
Senza un piano industriale preciso, che consideri ogni aspetto della vita e dell’organizzazione aziendale e le conseguenze che le soluzioni individuate genereranno, nessun contributo, finanziamento o chissà cosa sarà mai sufficiente e quel capitolo di spesa rischierà di rivelarsi un pozzo senza fondo.
E’ bene elaborare il documento coinvolgendo i collaboratori che tutti i giorni affrontano gli aspetti pratici dell’azienda, aiutandoli a ragionare come se quel macchinario (e-commerce, personale ecc.) fosse già attivo, prezioso sarà anche l’aiuto del proprio fiscalista e di professionisti esperti nelle consulenze direzionali.

3. Individuare ed ottenere i contributi a fondo perduto.
Piano industriale alla mano, saper frugare nei database di Europa, Stato, Regioni e Provincie per trovare i contributi a fondo perduto adatti, non è semplice ma nemmeno impossibile: i contributi più comuni spesso li conoscono in tanti ma si può e si deve andare oltre (nei casi più complessi si può addirittura lavorare sui bandi, ottenendo fondi ad hoc).
Una volta individuati, sarà sufficiente muoversi in mezzo alla burocrazia, a qualche decina (o centinaia) di documenti, gli ultimi bilanci ecc.
Ironia… ma non troppo, se è il proprio lavoro.

4. Spendere i soldi acquisiti dai contributi a fondo perduti, e generati di conseguenza (secondo le logiche di prima), e farli fruttare.
Questa parte spetta solo all’imprenditore e crediamo sia la più piacevole.

«E’ un caos! Troppa burocrazia, documenti… non ci si capisce niente»
«Non so quale faccia al caso mio»
sono risposte legittime che sentiamo tutti i giorni, ma che noi (come altri professionisti seri) sappiamo smentire.

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