PERCHÉ TUTTE LE IMPRESE DOVREBBERO FAR ANALIZZARE LE PROPRIE LINEE DI CREDITO (ANCHE LA TUA)

PERCHÉ TUTTE LE IMPRESE DOVREBBERO FAR ANALIZZARE LE PROPRIE LINEE DI CREDITO (ANCHE LA TUA)

PERCHÉ TUTTE LE IMPRESE DOVREBBERO FAR ANALIZZARE LE PROPRIE LINEE DI CREDITO
(ANCHE LA TUA)

 

Analizzare e rivendicare risarcimenti o rinegoziazioni verso banche e istituti di credito è ancora un tabù per molti imprenditori, pregiudicando opportunità interessanti e una più oculata gestione finanziaria dell’impresa.
In questo articolo analizzeremo le fake news e le paure più comuni che circolano su questo argomento e proveremo a spiegare perché tutti gli imprenditori dovrebbero analizzare e, se del caso, rivendicare la correttezza delle proprie linee di credito

Lavori«E tu che lavoro fai?», è una domanda alla quale, a chi lavora in Nexure Consulting, spesso piace rispondere: «Rompo le scatole alle banche» e a quel punto fermarsi a guardare le espressioni, mimiche o verbali, più disparate: tra il divertito, il non aver capito una mazza al più iconico “Mecoj… Perbacco!” In tutte però compare sempre una certa dose di incredulità.
In realtà non facciamo solo questo, analizzare e ripristinare congruità nei rapporti con le banche è solo una parte del nostro lavoro, ma sicuramente quel tipo di risposta (oltre a: «Baratto!» ma questa è un’altra storia e ne parleremo nei prossimi giorni, per adesso, se volete, potete cliccare qui per capire un pochino di più), è quella che più incuriosisce l’interlocutore.
Puntualmente poi noi incalziamo citando questo o quel risultato raggiunto (qualcuno lo trovate anche cliccando qui), qualche rimborso eclatante o qualche episodio buffo (o spesso irritante) capitato con qualche banca: è una voglia irresistibile. 
D’altronde un po’ Robin Hood, un po’ don Chisciotte e anche un po’ dottor House (quando diamo un’aggiustata alle aziende o le prescriviamo le “giuste medicine”) ci sentiamo sempre un po’ e, soprattutto, amiamo il nostro lavoro.

Le ultime parole famose

Quando però il colloquio è con un imprenditore, dopo aver approfondito il minimo indispensabile, la reazione è quasi sempre di due tipi:

  1. la reazione un po’ triste e possibilista: «In effetti anche sui miei conti, mutui, prestiti ecc. c’è qualcosa che non va di sicuro: dovrei farveli vedere»;
  2. la reazione negazionista, quando compare, inesorabile, il classico: «Sì, ma a noi non serve. Le banche ci conoscono da anni, controlliamo vigiliamo, abbiamo potere contrattuale…” 

É ironico però che, nel 90% dei casi, tanta è la sicumera tanto è l’illecito che rileviamo quando li convinciamo e ci viene data la possibilità di analizzare le loro linee di credito.

Non c’è colpa e tu non sei un cretino

Il punto è che non è una colpa incappare in questo tipo di inconvenienti: non ci si deve sentire né superiori né inadatti o incapaci nel constatare che, nel corso degli anni, le nostre linee di credito sono state viziate e hanno generato costi non dovuti.

oh no!Anni fa un imprenditore che si era rivolto spontaneamente a noi, aveva esordito la sua presentazione dandosi del cretino: non si capacitava del fatto che quel conto corrente che lui monitorava così attentamente, con quelle linee di credito (fidi e anticipi fatture), non fornisse mai i numeri che lui si aspettava, anzi aveva generato un debito piuttosto oneroso.
Non era ovviamente un cretino: era il sistema ad essere viziato e lui non aveva gli strumenti sufficienti per poterlo contrastare e gestire adeguatamente.

Lo ripetiamo spesso anche in questo blog: c’è un errore di fondo, da parte di moltissimi imprenditori, che è quello di non affidarsi a consulenti preparati per gestire i propri rapporti con banche ed istituti di credito. Un consulente per ogni cosa e nessuno per le linee di credito!

Ne aggiungiamo un altro ora: non farli analizzare e, se del caso, rivendicare, rinegoziare ecc.

E’ un errore che quell’imprenditore non ha commesso, tant’è che poi, tramite il nostro aiuto, ha ottenuto un cospicuo risarcimento e, soprattutto, linee di credito più congrue e convenienti alla sua attività; altri invece continuano a pagare ben più del dovuto per anni; altri ancora, anche per questo tipo di “inconvenienti” non crescono o, peggio ancora, saltano in aria.

Analizzare una linea di credito può solo migliorare la situazione

Analizzare un conto corrente, un prestito, un mutuo, un leasing, una fideiussione, derivati, swap ecc. magari non migliorerà la tua situazione, ma di sicuro non la può peggiorare, non comporta contatti con la banca (se è questa la paura), quindi nessun tipo di rischio (ammesso che ce ne siano, ne parleremo più sotto), spesso è gratis o al massimo costa poche centinaia di euro. 

Haruki Murakami cit

 

 

“Conoscere la verità regala all’uomo la giusta forza. Qualunque sia la verità”
(Haruki Murakami)

Cosa mai potrà emergere dalle analisi delle vostre linee di credito? 

O che siete veramente bravi, competenti, che le banche vi portano in palmo di mano e i vizi sono minimi e trascurabili (perdonateci ma in tanti anni in cui svolgiamo queste analisi, ancora prima di Nexure Consulting, linee di credito linde e cristalline non ne abbiamo mai viste: ne abbiamo viste con vizi trascurabili o di poco conto).

Oppure, peggio, che anche voi come la stragrande maggioranza degli imprenditori avete linee di credito non congrue che minano i vostri profitti: ne emergeranno vizi, illeciti, indebiti. La cifra potrà essere più o meno alta e non necessariamente ve la sentirete di rinegoziare o rivendicare il maltolto, ma comunque ne sarete consapevoli. Ci avrete comunque guadagnato in consapevolezza: saprete veramente come stanno le cose.

 

Ci fa spesso divertire vedere come cambia l’atteggiamento degli imprenditori quando vedono i risultati delle nostre analisi: per convincerli a darci fiducia, a fornirci i trimestrali scalari dei conti correnti, gli estratti conto o i contratti di mutui e leasing… una faticaccia! Loro tutti impauriti,  timorosi di qualche possibile ripercussione, banche dati segrete, centrali rischi ecc. ecc.
Jekyll & HydeQuando poi invece, numeri alla mano, vedono quanto hanno disperso inutilmente in quei rapporti con le banche gli si chiude la vena sul collo e diventano delle iene! Tanto paurosi prima, quanto spavaldi e incazzati dopo!
A volte ci viene da chiedere: «Ma sei la stessa persona di qualche giorno fa o sei il fratello gemello cattivo e fumantino???»
Beninteso: lo capiamo bene. 
Chi fa impresa (come anche noi) sa quanta fatica si celi dietro ad ogni euro guadagnato: notti insonni, al lavoro anche ammalati, pensiero costante all’impresa, insoluti, tasse e balzelli ai limiti del ridicolo, clienti bizzosi, burocrazia, aumento dei costi e magari anche qualche dipendente capriccioso. 
Una faticaccia! 
E poi scopri che la banca, che nei tuoi pensieri dovrebbe essere una tua amica, un’alleata preziosa, nel corso degli anni ti ha portato via ingiustamente decine di migliaia di euro, anche centinaia come nell’ultimo caso che vi abbiamo raccontato in questo blog (cliccate qui per leggerlo)?!?!?

Amica o non amica, la matematica finanziaria e la gestione delle banche, o anche solo ben comprendere documenti come i trimestrali scalari, o ancora padroneggiare argomenti come anatocismo, usura, indeterminatezza dei tassi, commissioni di massimo scoperto, di disponibilità fondi ecc. è estremamente complicato ed è per questo che bisognerebbe affidarsi a consulenti preparati, proprio come si fa per il marketing, la fiscalità aziendale, la parte legale ecc.

La paura fa…

90 nella cabala, nel lotto, a Tombola ed anche in un vecchio film del 1951 di Giorgio Simonelli.
Di sicuro la paura fa fare cose inconsuete, perdere opportunità e… non fare le analisi (e perdere opportunità e denaro, appunto).
Ed è solo la paura (e forse un po’ di pigrizia nel mettersi a recuperare la documentazione necessaria) a scoraggiare dal far analizzare le proprie linee di credito: non ci sono altri motivi.
Nel nostro caso non fa 90 ma fa 6, le paure più comuni in queste situazioni.

no credito1 “Se contesto un rapporto alla banca e/o chiedo loro un risarcimento loro mi chiederanno il rientro di tutte le mie posizioni”

Prima di tutto bisogna vedere se ci sono i presupposti per un’eventuale attività di contestazione, rivendicazione o rinegoziazione ecc.: l’analisi appunto. Si tratta di capire SE le linee di credito sono viziate, di che vizio stiamo parlando e, soprattutto, a quanto ammonti questo vizio. 
I nostri consulenti scherzando (ma non troppo) ripetono: “In realtà non si tratta di capire SE sono viziati ma solodi quanto”.

Analizzare non vuol dire per forza rivendicare, fare causa, scagliare anatemi ecc.

L’analisi poi non comporta alcun contatto con la banca se non, al limite, un’anonima richiesta di documenti che potrebbe essere avanzata per mille ragioni (commercialista, controllo di gestione…) Per quale ragione dovrebbero chiedere il rientro delle linee di credito?

A quanto ammonta (prudentemente) poi questo vizio? 
A 5.000 euro? Siamo noi i primi a scoraggiare qualsiasi iniziativa per casi come questi.  
A 50.000 euro? Allora forse ne vale la pena. Ma normalmente, nella maggior parte dei casi, quando la cifra è almeno questa (e non ci vuole molto a raggiungerla, anche nei casi apparentemente più insospettabili) si innesca il meccanismo di cui abbiamo parlato poco fa: il dott. Jekyll si trasforma in Mr. Hyde e la paura svanisce da sola.

In ogni caso la banca non potrebbe mai chiedere il rientro delle linee di credito in assenza di una valida motivazione (sostanzialmente legata al merito creditizio e alla capacità di restituzione del debito): la contestazione o rivendicazione non è una motivazione valida.

lupi2 “Vincere una contestazione contro una banca è impossibile: sono ”poteri forti e hanno lunghe mani”

A confutare il fatto che sia impossibile vincere una contestazione, rivendicazione ecc. e ottenere un risarcimento ci sono ormai centinaia di sentenze, verbali, testimonianze. Qualcuna di quelle che ci hanno visto protagonisti l’abbiamo raccontata nel nostro blog: cliccate qui per leggerle.

Le teorie complottistiche sui poteri forti ecc. le lasciamo ad altri: noi ci limitiamo a basarci sulla nostra esperienza e mai nessun nostro cliente è incappato in qualche “inconveniente” per aver rivendicato un suo diritto.

Ma, ancora, stiamo ancora parlando solo di analizzare le proprie linee di credito…

cause infinite3 “Mi riempiranno di scartoffie e non finirà mai! Le cause in Italia durano anni e non basta aver ragione per vincere”

Di tutte le paure che i nostri imprenditori ci manifestano questa è l’unica che ha un fondo di verità e ragionevolezza: è verissimo che la giustizia civile in Italia abbia tempi a dir poco biblici, ma è anche vero che non necessariamente che si dovrà ricorrere al Tribunale per ottenere il giusto risarcimento. La legge addirittura prevede l’obbligatorietà della Mediazione Civile prima della citazione in giudizio. Spesso questo tipo di contestazione si risolve in maniera extragiudiziale e noi siamo i primi ad incoraggiare un compromesso in questo senso: “pochi, sporchi, maledetti e subito” si diceva una volta.

Non solo: qualora le analisi dovessero rivelare importi congrui per avanzare qualche pretesa, il risarcimento non è l’unica soluzione possibile. Facciamo un esempio di qualche mese fa: analizziamo un conto corrente con annesso fido di cassa per un nostro cliente presso una banca piuttosto importante con la quale l’imprenditore lavora tranquillamente da anni. Ne emerge una cifra “prudenziale” attorio ai 35.000 euro.
L’imprenditore ovviamente ci rimane male, si arrabbia (eufemismo), è deluso. 
Visto il buon rapporto in corso tra lui e l’istituto di credito, visto che l’azienda sta andando tutto sommato bene, suggeriamo all’imprenditore di contestare i vizi, gli illeciti ecc. non chiedendo un risarcimento ma rinegoziando le condizioni in corso. Non solo: gli viene concessa un’ulteriore linea di credito per un progetto da attuare (negatagli qualche mese prima)
L’imprenditore si fida e in poco più di 2 mesi negoziamo con la banca nuove condizioni per l’anticipo fattura e il fido di cassa: l’imprenditore comincia da subito a spendere meno per il denaro necessario alla sua attività, può crescere e innovare e nel medio e lungo termine avrà ottenuto un risparmio ben superiore a quanto avrebbe percepito chiedendo un assegno circolare di circa 35.000 euro.

In ogni caso anche le cause con le banche si possono vincere (abbiamo parlato recentemente di un caso di questo genere con un nostro cliente: cliccando qui si può leggere), soprattutto se le analisi e le perizie sono fatte con prudenza, da professionisti seri e perorate da Avvocati competenti.

Non ultimo vale poi quanto detto poco sopra: stiamo ancora parlando solo di analizzare le proprie linee di credito…

Centrale rischi4 “Verrò segnalato in Centrale Rischi come cattivo pagatore”

E non solo! Andrai anche all’inferno circondato da bancari reietti che ti chiederanno di pagare i prestiti che loro avevano concesso scelleratamente a milionari ingordi per i loro yacht mastodontici!
Inutile dire che non esiste alcuna fondatezza su una cosa di questo genere.

L’unica segnalazione che potrebbe essere fatta è quella del “credito contestato” che, però, non “non comporta alcun nocumento all’immagine ed alla reputazione personale del debitore segnalato, né è idonea a ridurre l’accesso al credito o la competitività sul mercato” (Tribunale di Vicenza 31-3-2016) 
Al contrario
“La contestazione del credito preclude alla banca la segnalazione a sofferenza in centrale rischi” (Tribunale di Roma 17/2/2016)

Ma soprattutto: stiamo ancora sempre parlando solo di mere analisi! Come potrebbe mai sapere la banca che state analizzando le vostre linee di credito?

Database occulti5 “Le banche tra di loro si parlano: nessun altra banca mi vorrà più come cliente”

Questa è la “variante complottista” della paura relativa alla Centrale Rischi e di quella sui poteri forti.  Il ragionamento che sottace a questa remora ad analizzare le proprie linee di credito potrebbe essere questo: “visto che formalmente la legge non consente agli istituti di credito di segnalare la contestazione ecc. ecc. loro hanno un canale nascosto e clandestino in cui si passano i nominativi dei ribelli al loro sistema”.

No, non c’è la Spectra, la Stasi, la CIA, Rothschild, Lord Voltemort o chissà chi, dietro la volontà di un’impresa o un cittadino di veder ripristinati i corretti costi legati al credito e, se del caso, ottenere un risarcimento.

Ma, ancora: stiamo solo parlando di analisi. Solo analisi.

Crediti familiari6 “Le banche prosciugheranno il conto corrente di mia mamma (moglie, zia, sorella…)”

Questa invece è una variante estrema della paura numero 1, quella del rientro senza valida ragione.
Ci piacerebbe tanto vedere la faccia di alcuni nostri amici Avvocati, magari quella di Angelo D’Andrea, nello scrivere l’atto di citazione alla banca (questa volta sì) qualora si verificasse un’ipotesi di questo genere!!!

Nel caso non si fosse capito: non può capitare e qualora capitasse, per l’istituto di credito e il maldestro funzionario che ha ordinato l’operazione, sarebbero “volatili per diabetici” (scriveteci se non avete capito la metafora).

In questo, come in tutti i casi, vale sempre il concetto che stiamo ripetendo allo sfinimento (perdonateci): stiamo ancora parlando solamente di analisi.

“Pecunia non olet” 

pecunia non olet Rispondeva l’Imperatore Vespasiano al figlio Tito che lo rimproverava per una tassa da lui imposta sugli orinatoi, mostrandogli monete d’oro. Ricordiamo che Vespasiano, peraltro, fu anche l’imperatore che fece iniziare i lavori per la costruzione del Colosseo…

Sia che i rapporti tra voi e le vostre banche siano idilliaci, sia che ci sia maretta, analizzare, monitorare e, se del caso, rinegoziare le vostre linee di credito dovrebbe essere una delle vostre priorità. La banca è un fornitore, complesso e fondamentale per via dei prodotti e dei servizi che vende: mal gestito rischia di sperperare anche la più virtuosa delle gestioni aziendali.
Il denaro è lo strumento principe per fare impresa e, nei limiti del lecito, che arrivi da un risarcimento da parte di una banca, da investimenti ben fatti, dall’incremento del fatturato, da una corretta ed attenta gestione dei costi poco importa: un’azienda con una buona cassa è un’azienda destinata, nella peggiore delle ipotesi, a resistere; nella migliore a crescere.

Nella nostra esperienza possiamo affermare che i risultati migliori, più veloci, gratificanti per tutte le parti in causa, li abbiamo sempre ottenuti con le imprese che avevano buoni rapporti con gli istituti di credito: aspettare di farlo davanti ad una richiesta di rientro o, peggio, un decreto ingiuntivo, per quanto possa essere efficace, non è mai una buona idea (anche se è meglio di niente).

Quando un imprenditore ci mostra il quadro delle sue linee di credito presenti e passate, e magari non è disponibile ad analizzarle subito tutte, di solito poniamo una domanda trabocchetto: “Qual è la banca che vi tratta meglio, secondo lei?”, ascoltiamo la risposta e poi, spesso e volentieri, suggeriamo di partire con le analisi proprio da quella.
L’ideale, però, sarebbe analizzare tutte le posizioni, avere un quadro preciso e poi, in base ai numeri, stabilire un ordine di rivendicazione e una strategia.

Sagan

“Da qualche parte, qualcosa di incredibile attende di essere conosciuto” (Carl Sagan)

L’atteggiamento più diffuso tra gli imprenditori è però quello di vincere la diffidenza nei confronti di  queste operazioni partendo dai rapporti già chiusi, con istituti di credito con i quali non si lavora più: si possono infatti analizzare e, se del caso, ottenere risarcimenti anche linee di credito già estinte, a prescindere dalla loro data di apertura, purché non siano state chiuse più di 10 anni prima.
Meglio di niente

Conoscenza

 

 

“Di regola, l’uomo che ha più successo nella vita è colui che ha più informazioni” (Benjamin Disraeli)

 

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