La Legge di Bilancio 2021 ha confermato per il biennio 2021-2022, il credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari effettuati sui giornali quotidiani e periodici, anche online.
I beneficiari di questa agevolazione rimangono gli stessi previsti per il biennio precedente:
- imprese
- lavoratori autonomi
- enti non commerciali
con residenza fiscale in Italia.
L’agevolazione prevede un credito di imposta del 50% della spesa effettuata per investimenti pubblicitari, entro un limite massimo di 50 milioni di euro per ogni anno ed è sparito il requisito dell’incremento minimo dell’1% rispetto a quanto investito l’anno precedente.
Come già per il 2020 il credito viene quindi calcolato sul totale dell’importo investito e non sull’incremento degli investimenti effettuati, come invece era previsto sino al 2019.
Non tutti gli investimenti pubblicitari rientrano però in questa agevolazione, rimangono infatti esclusi:
- La pubblicità sui social media,
- Google,
- La realizzazione grafica e la produzione di volantini cartacei,
- La cartellonistica (anche su display) e
- Tutti i siti web non registrati come “testata giornalistica”
- La pubblicità su emittenti radio-televisive.
Parola chiave: programmazione
Non basta infatti effettuare un investimento pubblicitario che abbia i requisiti necessari, è necessario poter accedere all’agevolazione e per farlo il commercialista della società deve presentare una domanda telematica all’Agenzia delle Entrate dall’1 al 31 marzo 2021 indicando le spese che si intendono sostenere.
Successivamente, dall’1 al 31 gennaio 2022 il commercialista dovrà comunicare gli investimenti effettivamente effettuati rientranti nel credito di imposta.
Entro il mese di marzo 2022 arriverà la comunicazione ufficiale del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’elenco di tutte le società ammesse al credito e dei relativi importi di cui potranno usufruire come credito d’imposta.
La pubblicità è l’anima del commercio
Era uno degli slogan vincenti degli anni 80. E di pubblicità “mitiche” chi è nato prima del 1990 ne ricorda un’infinità.
Alcuni slogan sono rimasti nella mente e nelle emozioni di molti di noi, forse anche perché c’era solo la tv, non moltissimi canali, e la radio.
Nel frattempo il mondo è cambiato, le possibilità di farsi conoscere sono diventate diverse e si preferisce parlare di marketing, di strategie e la pubblicità è ovunque (e forse anche per questo si nota meno).
Questa agevolazione è un’opportunità per farsi conoscere e per recuperare liquidità.
Non solo incremento del fatturato ma anche diminuzione dei costi e recupero di nuove risorse finanziarie, oltre che un importante sostegno alle aziende del settore editoriale.
Proprio per questo è importante la programmazione (non solo per questioni di “ottenimento del bonus”), ma anche perché può (e dovrebbe) essere inserita in un disegno più ampio, che consideri la crisi che stiamo vivendo, la necessità di un cambiamento e di una strategia che sappia guardare oltre il mero ricavo incrementale che una buona campagna sa generare.
A proposito, facciamo un gioco: tuffiamoci nel passato e segnalateci nei commenti la campagna pubblicitaria che più vi è rimasta nel cuore.
Cominciamo noi ricordando le indimenticabili note di “Hymne” di Vangelis, nelle campagne pubblicitarie Barilla.