Venerdì siamo stati a Crema presso un’azienda: la classica PMI italiana che rappresenta gran parte del nostro tessuto imprenditoriale.
Non vogliamo violare l’intimità di nessuno per cui perdonerete l’anonimato in cui la lasciamo: non è così importante sapere di chi si tratta di preciso, per capire questo articolo.
Entrando nel loro stabilimento la sensazione di essere davanti ad un’azienda ben organizzata è stata palpabile sin dal primo istante.
Sin da quando una consulente mi aveva chiesto di andare con lei a visitarli, dopo la sua descrizione, mi ero chiesto che cosa avessimo potuto fare per loro, al di là del piacere di incontrare persone preparate e conoscere una realtà che non conoscevo.
La curiosità di vedere applicato un modello tanto vicino a quanto noi proponiamo (ma, questa volta, senza che abbia richiesto il nostro intervento preliminare) era molta; percepire di avere a che fare con una visione imprenditoriale simile, seppur proveniente da strade diverse dalle nostre era coinvolgente.
Il mio timore si è rivelato fondato venerdì scorso: per loro non possiamo fare niente, o per lo meno poco.
Tempo perso quindi? Per nulla.
Ci siamo confrontati schiettamente, ci siamo conosciuti e ci siamo “rispecchiati” ritrovando gli uni negli altri un metodo di gestione che dà risultati efficaci sia in periodi normali che in periodi di crisi.
Il desiderio di conoscerci è stato ricambiato da uno scambio schietto e stimolante: non certo tempo perso.
L’azienda è decisamente ben gestita: ordinata senza essere stucchevole, regolamenti chiari appesi ai muri, in amministrazione tabelle e matrici di cost-controlling, scadenziari, KPI per ogni processo aziendale, promemoria ben in evidenza senza eccedere nei fronzoli.
“Dio è nei dettagli”
“Dio è nei dettagli”
è una celebre frase dell’architetto Ludwig Mies Van Der Rohe.
Lui parlava di architettura e case, noi parliamo di aziende e risorse aziendali ma l’affinità è evidente: per poter stare solidamente in piedi, un’azienda deve stare attenta anche ai più piccoli dettagli, proprio come fa un architetto quando progetta un edificio.
I costi fissi sono chiari a chi l’amministra, così come quelli variabili; i contratti di lavoro sono stati concordati con criterio; le scadenze sono chiare a tutti e l’azienda non soffre di particolari problemi di liquidità.
Hanno patito la crisi pandemica come tutti (lavorando poi in una zona particolarmente colpita dal virus!), ma forse meno di molti proprio perché pronti con un piano B da molto tempo; hanno usufruito dei ristori sapendo discernere con criterio quali utilizzare senza subirne il peso della restituzione un domani e quali no.
I rapporti con le banche sono limitati a qualche prestito in passato, restituito puntualmente e ad un fido “scialuppa” praticamente inutilizzato ma mantenuto per poter gestire eventuali imprevisti; la politica di pricing è analitica e attenta.
La decisione, dopo più di 1 ora di piacevole consulenza “reciproca”, è stata di analizzare i loro prestiti e mutui per verificarne la possibilità di eventuali recuperi, niente di più; niente da aggiungere o da poter consigliare ad una gestione così attenta e lungimirante.
Quell’azienda quindi non sarà mai nostra cliente.
Ve ne ho parlato, oltre che per il piacere di parlare bene di una realtà italiana, anche per farvi capire che se in cuor vostro, senza concedervi alibi o giustificazioni, non vi siete riconosciuti al 100% in quel metodo di gestione, allora voi, viceversa, potreste aver grande bisogno di una nostra consulenza, un audit con un nostro analista, fosse anche solo per avere un parere esterno, schietto, asettico e trasparente sulla vostra realtà.
Riconoscersi anche solo al 95% in quella descrizione non è sufficiente e lascia spazi di miglioramento che possono salvare la vostra attività, specie in periodi come questi. “Dio è nei dettagli” …appunto.
Alessio Massara.