La storia di un successo (non nostro) che lascia comunque un po’ di amaro in bocca: risarcimenti a 5 zeri arrivati troppo tardi
Non parleremo di un caso accaduto a Nexure Consulting, ma di un successo ottenuto da 2 legali siciliani: l’avv. Giampiero Saverino e l’avv. Antonio Tanza che hanno ben seguito l’azienda Sciacca I ottenendo sentenze importanti dal Tribunale Monocratico di Palermo.
Purtroppo di casi come questi ne abbiamo visti diversi in più di 5 anni e tante volte non siamo riusciti ad intervenire per tempo, altre volte, ringraziando il Cielo, sì.
Proprio per questo gioiamo anche noi particolarmente del successo dei 2 avvocati siciliani, perchè sappiamo bene quanto lavoro, attenzione, sacrificio si nasconda dietro un risultato importante come questo. A loro va la nostra più sincera stima e le nostre congratulazioni.
La storia in breve
Un’azienda storica, oltre 50 anni di attività, operante nel settore del commercio di materiale elettrico, ad un certo punto si è vista segnalare in Centrale Rischi e revocare tutti i fidi.
Stiamo parlando di un settore dove le tempistiche di incasso sono spesso molto dilatate nel tempo: i clienti sono piccoli o grandi impiantisti, imprese edili ecc. e in quel settore concedere dilazioni di pagamento a 90-120 giorni è assolutamente consueto (quando addirittura non arrivano a 180 giorni per poi essere rinviate ulteriormente o disattese del tutto). Viceversa i tempi concessi dai produttori verso il rivenditore non sono spesso così generosi.
Inevitabile fare ricorso agli strumenti bancari più consueti: fidi di cassa, anticipo fatture, anticipo effetti.
Altrettanto inevitabile lavorare con gli stessi strumenti su più istituti di credito.
Non così strano, poi, sforare in “extrafido”.
Beh succede che ad un certo punto, nel 2018, uno di questi istituti di credito, Montepaschi di Siena, contesti uno sforamento del fido all’azienda la quale propone un piano di rientro per risolvere la questione.
Il piano di rientro non viene accettato e l’azienda viene segnalata alla Centrale Rischi di Banca d’Italia da parte dell’Istituto di Credito.
A quel punto l’ “effetto domino” non tarda ad arrivare e tutti gli istituti di credito revocano i fidi all’azienda decretandone la necessaria “messa in liquidazione”.
Fine del lavoro e dei sacrifici di una vita.
Qualche anno dopo…
I 4 fratelli proprietari dell’azienda non si sono però rassegnati e hanno intentato causa agli istituti di credito, chiedendo il ricalcolo degli interessi e la verifica dell’adempimento delle normative.
Ne sono emerse illegittimità sul fronte di anatocismo, competenze non dovute: quelle che noi di Nexure chiamiamo “ingiustizie del credito”.
Il Tribunale Monocratico di Palermo ha recentemente condannato Montepaschi di Siena al pagamento di € 765.000 e BNL a risarcire € 589.494,42 euro.
“Le banche ci hanno revocato i fidi costringendoci a chiudere. Ora, due sentenze, stabiliscono che i conti portavano un saldo solo apparentemente negativo. Sono felice per queste sentenze che in parte restituiscono dignità all’azienda anche se ci è stata negata la possibilità di continuare a lavorare “
dice Margherita Sciacca, l’amministratore della società;
l’avvocato Giampiero Saverino incalza
“Attendiamo le sentenze di altre cinque cause fatte a istituti di credito sempre per anatocismo e competenze non dovute”
Prima che sia troppo tardi
Saldi negativi che diventano positivi; mutui, finanziamenti, leasing che vengono ricalcolati a tassi più che agevolati ottenendo crediti e rate di importo irrisorio; fideiussioni che si rivelano nulle; miglioramenti delle posizioni in Centrale Rischi; situazioni di difficoltà di accesso al credito che vengono facilitate… sono solo alcune delle soluzioni possibili.
Cosa frena quindi un’imprenditore a rivendicare i propri diritti verso gli istituti di credito?
Noi crediamo solo 2 cose: la paura e l’ignoranza in materia (ne abbiamo parlato già diverse volte in questo blog).
Quando poi non si ha più nulla da perdere allora vaffanculo le paure e si prova a fare qualcosa, ma spesso è troppo tardi.
Le rivendicazioni in tema di ingiustizie del credito sono operazioni assolutamente sicure e a prova di rischio (ancora di più se svolte da professionisti seri).
Analizzare un rapporto di debito con le banche non comporta alcun rischio, lo ripeteremo sempre: come potrebbe una banca sapere che si stanno facendo dei calcoli su alcuni documenti?
Analizzare un conto corrente con delle linee di credito (o un finanziamento, un leasing, un prestito ecc. ecc.) può rivelare diritti ad ottenere cospicui risarcimenti (proprio come nel caso dell’azienda di cui abbiamo parlato, solo che farlo prima di mettere in liquidazione la propria impresa è più redditizio).
Numeri alla mano, se le cifre sono sufficientemente interessanti (e, credeteci, non ci vuole molto) si possono poi intraprendere diverse azioni spesso bonarie, senza riscorso ai tribunali e altrettanto redditizie (il nostro blog ne racconta qualcuna ogni tanto: clicca qui per leggerne una).
L’impresa può proseguire meglio la propria attività non solo per il risarcimento ottenuto ma anche per una migliore condizione di accesso al credito, Centrale Rischi ecc.
Non sono appannaggio solo di aziende grandi: abbiamo gestito casi interessanti anche micro imprese che però hanno potuto cambiare rotta e scongiurare crisi irreversibili.
Aspettare una richiesta di rientro, un decreto ingiuntivo, la revoca di un fido e/o una cattiva segnalazione in Centrale Rischi (come nel caso dell’azienda siciliana) è spesso troppo tardi.